Portando le opere al di fuori delle tele e degli spazi tradizionali, l’arte basata sulla realtà aumentata sta ridefinendo il modo in cui artisti, opere e spettatori interagiscono.
Grazie alla tecnologia RA si possono ora ricontestualizzare opere d’arte esistenti, ma anche creare nuove esperienze artistiche, sempre più mutevoli e fugaci.
RA: il miglioramento delle esperienze museali
Al momento, l’applicazione principale della realtà aumentata avviene a livello museale, per arricchire le mostre, sovrapponendo contenuti digitali a manufatti artistici fisici. La RA offre l’aggiunta di esperienze interattive ed educative, consentendo ai visitatori di visualizzare informazioni sull’oggetto d’arte: eventuali ricostruzioni, animazioni, che aiutano a contestualizzarlo. Grazie alla tecnologia si coinvolge il pubblico, si migliora la narrazione e la spiegazione, rendendo la fruizione più dinamica e accessibile.
In sostanza, la realtà aumentata consente di aggiungere una quarta dimensione alle esposizioni, dando vita agli oggetti.
Altri vantaggi pratici per l’arte, attraverso la tecnologia RA
La realtà aumentata potrebbe consentire agli amanti dell’arte di “provare” un’opera, situata in un negozio o in una galleria, all’interno del proprio spazio, prima di decidere se acquistarla. Questo rappresenterebbe l’evoluzione vendite online per artisti e gallerie.
Inoltre, con la RA, l’esperienza artistica che avviene tramite smartphone non necessita la concentrazione di grandi folle in un unico spazio. Questo la rende un modo per espandere la cultura rendendola fruibile, anche non “in presenza”. Ciò potrebbe modificare i costi dell’esporre, portando a un ribasso del prezzo di ingresso a musei, siti e mostre. Eliminando la necessità di accedere fisicamente alla sede delle opere, porterebbe un importante vantaggio alle aree inflazionate turisticamente, che negli ultimi anni si sta cercando di preservare sottraendole all’affluenza di massa.
La realtà aumentata sarebbe anche un modo per estendere la cultura a un pubblico che normalmente non visiterebbe un luogo d’arte.
Le modifiche virtuali alle opere e l’etica
Il diffondersi dell’applicazione della realtà aumentata nell’arte sta portando a nuove domande, ad esempio sull’etica e la proprietà intellettuale. Questo perché la RA offre la possibilità di rivisitare e reinterpretare opere d’arte esistenti, aprendo nuove vie per l’espressione estetica, ma creando al contempo i presupposti per mettere in discussione la paternità dei creatori.
Esistono già esempi di artisti contemporanei che hanno offerto, ai fruitori di quella che hanno presentato come propria opera creativa personale, la possibilità di modificarla con graffiti e pennellate di vernice spray digitale. Il problema sorge quando l’opera di partenza è la versione virtuale di un manufatto artistico eseguito da altri. Un precedente noto è quello in cui La nascita di Venere del Botticelli, fu “usata” dall’artista brasiliano Mauricio Nocera.
È facile immaginare artisti viventi che si opporrebbero a tali revisioni del loro lavoro, o critici d’arte e storici che potrebbero farlo con opere del passato.
Google Arts & Culture
Per muovere i primi interessanti passi nel mondo artistico attraverso la realtà aumentata, la piattaforma Google Arts & Culture offre diverse interessanti opzioni.
Si possono esplorare musei, architetture famose, street art, grazie alla stessa tecnologia utilizzata per Street View e l’utilizzo di foto in alta risoluzione.
Si possono anche visualizzare modelli 3D, tra cui quelli di opere d’arte, nel mondo reale, semplicemente usando la fotocamera dello smartphone.
Insomma, l’’arte non è più solo una tela appesa al muro o una statua. Se già dalla seconda metà del XX secolo esistevano in musei e gallerie le installazioni artistiche interattive, ora si è aggiunta la web art. Con la realtà aumentata l’arte sta correndo verso una nuova frontiera, su una strada fatta di codice informatico.