In questi giorni, sulla testata online Protagonisti è stata riporta la notizia inerente alla questione riguardante il lavoro agile, affrontata dal tribunale di Grosseto che ha esaminato il quadro normativo che interessa la pubblica amministrazione e anche le scuole.
Il problema delle ferie nel lavoro agile
Secondo quanto riportato dai fatti, un dipendente con un contratto a tempo indeterminato si lamentava di non essere stato adibito al lavoro agile come invece tutti i suoi colleghi avevano fatto.
Questo fatto premeva molto su questa persona, in quanto avveniva nel mezzo della crisi sanitaria causata dal Covid, e quindi avrebbe voluto beneficiare della possibilità del lavoro agile in quanto portatore di invalidità civile, caratteristica che avrebbe potuto comportare dei rischi qualora avesse contratto il virus.
Ciò però non era stato accettato dalla sua azienda, che anziché concedergli questo riconoscimento gli ha prospettato l’idea di ricorrere alle ferie anticipate.
Questa sentenza è stata accolta poiché questo congedo temporaneo fa parte dei diritti del lavoratore a cui non possono essere imposte delle ferie a meno che non si sia in grado di dimostrare un’impossibilità organizzativa per quanto riguarda il proseguimento dell’attività lavorativa.
Cos’è il lavoro agile
Il lavoro agile, molto più conosciuto con il termine di smart working, è stato definito dall’ordinamento italiano come una modalità di esecuzione del lavoro subordinato tramite degli accordi e dell’organizzazione tra le parti, che permette di usufruire di particolari strumenti tecnologici al fine di portare a termine le proprie mansioni, anche nel caso non ci si possa recare in ufficio o sul luogo di lavoro.
Sono state molte le definizioni che sono state date a questo termine, in quanto sono state introdotte diverse forme innovative di lavoro che possono comportare diversi benefici.
Il telelavoro
Il telelavoro invece, prevede che il dipendente lavori da casa sua e che debba rientrare sul posto di lavoro solamente un giorno a settimana. Questa formula oggi è molto poco in voga in quanto ci si avvale di mezzi tecnologici che non rendono opportuno recarsi a lavoro per così poco tempo.
Il lavoro agile nella pubblica amministrazione
Sempre in seguito alla pandemia, il lavoro agile è stato adottato come mezzo fondamentale per lavorare soprattutto nel campo della pubblica amministrazione, almeno fino a quando l’emergenza sarà terminata.
Questa tipologia di lavoro permette di usufruire di benefici ma anche di subire svantaggi, che deriveranno da questa nuova modalità lavorativa.
Lo smart working è tutelato dall’articolo 18 in seguito all’emanazione della legge 81 del 22 maggio 2017, che lo definisce una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato tramite accordi ed organizzazioni delle parti, e l’ausilio di strumenti e tecnologie che consentono la continuazione dell’attività lavorativa.
Per quanto riguarda il settore della pubblica amministrazione, sono state introdotte nuove misure che possano sostenere le famiglie e i lavoratori durante l’epidemia di COVID–19, dove si prevedono nuove modalità spazio-temporali che consentiranno di poter prestare la forza lavorativa eleggendo il lavoro agile come lavoro ordinario.
Benefici e svantaggi del lavoro agile
Lo smart working è un nuovo metodo alternativo soprattutto per quanto riguarda la pubblica amministrazione, che riesce a dare più importanza al singolo lavoratore riuscendo a stabilire un rapporto d’intesa e di fiducia tra i dipendenti, gli imprenditori e l’amministrazione.
Sicuramente adattandosi a questa modalità di lavoro, si ha un risparmio in termini di inquinamento ambientale, poiché si avrà una diminuzione del traffico legata ad una minore esigenza di spostarsi.
Allo stesso modo vengono incentivate le tecnologie digitali che permettono di conservare ed inviare documenti utili al lavoro da svolgere, e lavorando da casa ognuno riesce a stabilire un proprio equilibrio ritagliandosi dei momenti da dedicare alla propria persona.
Non tutti però si sentono soddisfatti di questa modalità, poiché ci si sente avvolti in atmosfere meno concrete, dove si va incontro a una decontestualizzazione che potrebbe gravare sull’attenzione che invece verrebbe mantenuta sul posto di lavoro.