La pizza e l’Italia
La pizza è l’alimento più diffuso al mondo, non c’è angolo del pianeta in cui non si trovi una pizzeria pronta a offrire una versione del celebre piatto. Ma la pizza è nata in Campania e tutti dovrebbero provarla lì dove è nata, assaggiandola nei vicoli intorno ai decumani a Napoli, o nei paesi della Costiera Amalfitana, o nei paesi vesuviani, dove si coltivano le più autentiche tradizioni dell’antica Campania: chi capita a Pompei per visitare gli scavi, ad esempio, non fugga dopo la visita, ma si fermi a guardare la cittadina moderna, e provi una sfogliatella, o mangi una bella pizza originale, ad esempio all’Hotel del Sole, una pizzeria a Pompei, che si trova proprio di fronte all’entrata degli scavi. Ma qual è l’origine di questo piatto?
Tra i tanti regali che l’Italia ha fatto all’umanità, il cibo e il vino sono una componente non secondaria. Nel Rinascimento, nei secoli splendenti del 400 e del 500, l’Italia è il centro del mondo non solo per la pittura, l’architettura, la scultura, la musica, l’arte in generale, ma anche per la cucina. I banchetti rinascimentali, così monumentali e impegnativi da non capire come si facesse a mangiare tanto, erano famosi in tutta Europa, e le pietanze erano elaborate, condite da spezie preziose e rare, con abbinamenti a cui oggi non siamo certo abituati. Lo zucchero era una di queste spezie e veniva usato largamente per condire anche piatti di carne e pesce, cosa oggi eccezionale. Si dice che la cucina rinascimentale sia passata in Francia e sia stata dunque la cultura culinaria alla base della più famosa tradizione alimentare del mondo, ai tempi di Maria de’ Medici, l’erede della grande dinastia dei signori di Firenze, che andò sposa al re di Francia Enrico IV e si portò presso la corte francese i cuochi italiani che diffusero in Francia le basi della grande cucina.
La pizza e i mangiafoglie
Ma l’Italia ha dato le origini ad alcuni dei piatti popolari più diffusi al mondo, la pasta e la pizza, che traggono le loro origini nel Medioevo. L’Italia, dice un manuale di cucina medievale, ha inventato il contenitore del cibo che si può mangiare, la pentola commestibile, e cioè appunto le torte ripiene. La caratteristica di Napoli, dice il manuale dopo aver elencato le diverse torte salate, è di non mettere il coperchio di pasta alla torta: stiamo parlando dunque della pizza, che appunto è una torta salata senza coperchio. È ovvio che allora il pomodoro non era ancora arrivato e quindi la pizza era condita con formaggio e con verdure, per la cui alimentazione i napoletani erano famosi, tanto da essere chiamati mangia foglie. È in tutte le campagne del Sud che la pizza o le torte ripiene venivano cucinate prima di informare il pane nel forno appena riscaldato. A Napoli nell’800 poi si sviluppa la pizza come cibo di strada, sia fritta, che al forno, da mangiare a portafoglio, cioè piegata e avvolta nella carta. Solo qui si può avere prova della vera pizza, solo in Campania si può assaggiare la pizza dove è stata inventata, modificata, modernizzata e diffusa poi in tutto il mondo.