In un mondo in cui si è abituati a impiegare le stampanti da ufficio, si è un po’ persa la percezione di come avviene un lavoro professionale come la stampa offset, che è una delle tecniche più diffuse, grazie all’ottima qualità dei risultati e ai costi estremamente contenuti sui grandi volumi.
È necessario capire come funziona la stampa con tecnica offset per poterne apprezzare le qualità, i costi contenuti e soprattutto i grandissimi volumi che si possono trattare in tempi ridotti. Anche se le attuali tecnologie sono molto differenti rispetto a quelle iniziali, stampa offset e litografia hanno storie parallele e una fonte comune.
Come nasce storicamente la tecnica di stampa offset
Questa tecnica nasce intorno al 1700 e all’inizio le matrici venivano realizzate a mano. Si trattava di un procedimento lento, che permetteva di stampare un foglio alla volta, ma con un numero virtualmente infinito di copie a partire dalle singole matrici. Tramite tecniche relativamente semplici era anche possibile copiare gli originali per permettere di fare edizioni in tipografie differenti.
Attualmente si utilizzano matrici di caucciù o in gomma dura sintetica, su cui vengono trasferiti i grafismi, cioè l’insieme di immagini e testo, perché questa tecnica appartiene al gruppo delle stampe indirette.
A differenza di come avviene con la stampa a caratteri mobili diffusa nella tipografia tradizionale ma difficilmente gestibile a livello industriale, il foglio non viene stampato mettendolo a diretto contatto con la matrice, ma tramite un passaggio addizionale con un rullo che raccoglie la vernice che viene distribuita sulle immagini e la trasferisce poi su supporto cartaceo finale.
Perché la stampa offset è detta indiretta e in planografia?
Le macchine per offset di ultima generazione hanno molti cilindri interagenti, che servono per funzioni differenti, come il caricamento dei fogli e delle matrici, l’applicazione della pressione di stampa e in casi ottimizzati si riescono a ottenere fino a 50.000 giri/h .
Rispetto alla stampa tipografica a caratteri mobili quella offset non presenta rilievi sulla matrice, infatti è anche chiamata planografica. Questo consente di non avere imprecisioni per lo scorretto aderimento del foglio e zone di pressione differenziata.
Le pagine a ciclo continuo che vengono comunemente prodotte al giorno d’oggi riescono a raggiungere una densità di 60-80 linee/cm, rispetto a quelle tipografiche che si arrestano ad un massimo di venti 30 linee/cm. Il rullo della matrice non viene toccato dalla carta, ma l’immagine è trasferita con un elemento intermedio.
Quali sono le prime fasi della stampa offset
I passaggi della lavorazione in offset sono molti e devono essere eseguiti in maniera precisa per un buon risultato. Si parte con il caricamento del mettifoglio, nel caso di tecnica a foglio singolo e non a bobina.
In base alla quantità di fogli si parla di bassa o alta pila. Spesso, in caso di grandi tirature, si preferisce un caricamento continuo con una bobina, come nel caso di quotidiani e stampa di cataloghi.
Tramite ugelli e ventose i fogli vengono staccati singolarmente, con un controllo con tecniche elettroniche si evita che vengano caricati due fogli alla volta. Altrimenti ci sarebbero problemi e si rischierebbe di dover ricominciare da capo il processo.
Uno spessore non consono potrebbe danneggiare alcune parti del macchinario, che sono sensibili e calibrate per avere una precisione altissima e per lavorare ad alti regimi di caricamento.
Come vengono caricati i fogli nelle macchine per stampa offset
Il foglio raggiunge il piano di registro che serve per avere un’inquadratura ottimale e la sicurezza che ogni livello di colore si trovi nella posizione corretta. Le vecchie macchine offset manuali, in disuso, avevano il problema di non riuscire sempre ad allineare i colori e si potevano vedere spesso i vari livelli sfalsati l’uno rispetto all’altro.
L’allineamento viene fatto in maniera automatizzata e deve rispettare sia le linee orizzontali che verticali. La macchina provvede tramite pinze e squadre a completare questa fase. Da questo passaggio dipende sia la qualità dell’immagine che quella della legatura e del finissaggio per la stampa di cataloghi online.
Quali inchiostri si usano nella stampa con tecnica offset
Gli inchiostri per l’offset vengono prelevati dal calamaio, un contenitore che li introduce in un sistema di rulli in acciaio gommato, che per sfregamento riducono il pigmento in una polvere impalpabile, eliminando ogni grumo.
A differenza di altre tecniche, di solito non si parte da un inchiostro liquido, ma questo deve essere inumidito tramite un apposito rullo di bagnatura, che usa un solvente che può essere a base di acqua, alcool o sintetico.
Il cilindro che funge da lastra viene pigmentato con l’azione combinata di rulli inchiostratori e la bagnatura, per poi riportare l’immagine sul cilindro di caucciù e permettere al procedimento di andare avanti.
Come avviene il trasferimento dell’immagine nella stampa offset
L’immagine del foglio viene riportata su un rullo, che è stato precedentemente trattato in modo tale che il colore aderisca solo sulle parti positive e per repulsione lasci libere quelle che nel foglio devono restare bianche o del colore del fondo.
A questo punto il rullo può trasferire la stampa sul foglio tramite il cilindro di pressione. È importante notare come il cilindro lastra tocchi soltanto il cilindro di caucciù usato per il trasferimento e non giunga mai a contatto con la carta, poiché potrebbe danneggiare la superficie anche semplicemente sporcandola con polvere sottile che può diventare molto viscosa se inumidita.
Quali sono i vantaggi della stampa in tecnica offset
L’offset proposto da CataPrint per la stampa offset di cataloghi online presenta molti pregi, in particolare per medie e alte tirature.
Il caucciù per il trasferimento riesce a permettere una stampa su qualsiasi tipo di supporto, dalla carta patinata a quella semplice, anche nel caso di fogli ruvidi e persino cartoncino.
Si possono ottenere ottimi risultati in quadricromia o Pantone, fino a uno spessore di 500/600 g/mq con altissimi livelli di definizione dell’immagine e un elevato grado di brillantezza.