L’età moderna e quella contemporanea, con nuovi modi di pensare, nuove tecnologie e conoscenze, hanno soppiantato molti mestieri e occupazioni.
Mestieri antichi, tradizionali che inducono malinconia per epoche che non ci sono più. E ad un livello inferiore, mestieri più bizzarri e persino alcuni che vorremmo non fossero mai esistiti.
Iniziamo con le mondine. Sono state parte integrande del tessuto produttivo italiano. Dalla fine dell’800′ e fino al primo ventennio del 900′, soprattutto nella pianura padana, erano attiva nelle risaie. Mondavano, cioé tagliavano le erbacce lì presenti. In modo da far crescere al meglio le piantine di riso. Occupazione faticosa, dagli orari sfiancanti e dai pochi diritti. Il loro ruolo è stato sostituito dai diserbanti, anche detti erbicidi.
Procediamo con lo scrivano. Egli si dedicava alla scrittura e copiatura di atti e documenti ufficiali ma anche lettere per gente comune, analfabetizzata. Era un diretto discendente dello scriba egizio e del monaco amanuense medievale. Celebre, quello raccontato da Edmondo De Amicis in una delle storie edificanti del suo romanzo “Cuore” del 1886. Fiorentino e di soli 12 anni, in aiuto del padre.
Mestieri soppiantati: i più strani
In questa lista, non possiamo che partire dalla Sveglia umana. Un bizzarro uomo con un bastone di bambù, svegliava casa per casa una determinata categoria di lavoratori. Erano gli operai della Gran Bretagna, in piena Rivoluzione Industriale. Terrorizzati di arrivare tardi in fabbrica.
Sul posto di lavoro, la classe operaia aveva a disposizione un intrattenitore. Altra mansione che oggi ci fa sorridere. Un lettore, che parlava da un pulpito. Ci ricorda gli speaker radiofonici o più semplicemente gli animatori.
Utile in passato, specie nella seconda guerra mondiale, ma ora non più necessario è stato l’aerofano. Meccanismo che serviva per identificare, attraverso il suono, gli aerei in avvicinamento. Era sfruttato da volontari, nella maggior parte da cechi. Per sfruttare il loro udito più sviluppato.
Strano ma anche molto oscuro è il mestiere del resurrezzionista.
Fino alla fine dell’800′, aveva il compito di trafugare i corpi dei defunti (spesso morti da poco) e portarli a dottori di dubbia moralità. Quest’ultimi provavano a donar loro nuovamente vita o se ne servivano per esperimenti. La letteratura di fantascienza e horror è ricca di questi individui. Pensiamo al Frankenstein di Mary Shelley o al raccontro breve di Louis Stevenson The body snatcher che in italiano tradurremo come il trafugatore di corpi. Testi scritti proprio nel momento di maggior esposizione per queste persone dal sangue freddo e dai pochi scrupoli. Un mestiere quello del resurrezionista, che già ai tempi aveva cattiva fama, adesso sarebbe impensabile. Da segnalare anche l’intraprendente cacciatore di topi. I tagliatori di ghiaccio e il lattaio che consegnava latte fresco porta a porta.
Un mestiere “quasi” soppiantato: il lampionaio
Per concludere, soffermiamoci sulla storia del lampionaio. Chi otteneva questo impiego, si occupava di accendere, appunto, tutti i lampioni della città a gas o a olio. Al tramonto e all’alba, le strade ne erano piene. Questa figura è tra i personaggi del “Piccolo principe” di Antoine de Saint Exupery. Il protagonista lo incontra nel quinto pianeta, dove i tramonti in 24 ore sono 1440 e non c’è mai sonno per il lavoratore. Il XX secolo sembra averne sancito l’estinzione.
Non a Breslavia, graziosa cittadina polacca, dove questo mestiere esiste ancora e cura ben 103 lampioni a gas. Si fregia di questo preciso lavoratore anche Brest, in Bielorussia.